Spazi a confronto


Spazi a confronto

di Niccolò Tagliaferri
redazione Un Gioco da Ragazzi/ Teatro Metastasio

L’utilizzo dello spazio è parte integrante di uno spettacolo, quasi alla pari con la drammaturgia e con il lavoro degli attori. Queen LeaR e Stanno tutti male (spettacoli di Nina’s Drag Queen e Colapesce/ Goretti/ Cenci in programma nella Stagione 2018/2019 del Teatro Metastasio. N.d.R.) non fanno eccezione alla regola: il primo è stato messo in scena al Teatro Fabbricone, mentre il secondo al Teatro Fabbrichino. Entrambi sono palcoscenici tendenzialmente associati a spettacoli contemporanei e alla sperimentazione teatrale. Ma perché sono stati scelti proprio questi spazi invece del Metastasio e del Magnolfi? Nel caso di Queen LeaR delle Nina’s Drag Queens si possono trovare vari motivi, uno dei quali può essere l’assenza della ‘barriera’ rappresentata dal palcoscenico rialzato. Ciò ha permesso un contatto più diretto con il pubblico, ma soprattutto ha reso più immediato l’ingresso in scena di alcuni membri del pubblico, chiamati a esibirsi nella breve dimostrazione che ha chiuso lo spettacolo come esito di un laboratorio teatrale ‘en travesti’. Un altro motivo per questa scelta può essere l’identità tendenzialmente associata al Fabbricone, più giovanile e prestata a stili alternativi rispetto a quella del più classico Metastasio. “Stanno tutti male” ha invece approfittato dell’estrema variabilità del Fabbrichino, trasformato per l’occasione nel bar di Doriano, locale di karaoke che fa da scenario all’intera drammaturgia. Le piccole dimensioni di questo spazio permettono agli spettatori di immergersi nell’atmosfera intima della performance, creata anche dalle tante sigarette fumate dagli attori, che accentuano l’illusione di essere all’interno di un fumoso bar, forse di paese, forse di città. Un altro esempio di come può essere usato il Fabbrichino ci viene dato da Sicilia di Clyde Chabot, in cui le gradinate scompaiono e la saletta del teatro viene occupata da un grande tavolo. Attorno a questo sono seduti attrice e spettatori come se fossero commensali: ospiti di un banchetto in cui vengono serviti non solo formaggio e vino, ma anche fotografie e ricordi.