Il pensiero di Martina Colucci su "Undicesimo comandamento: uccidi chi non ti ama"

“Undicesimo comandamento: uccidi chi non ti ama” di Opera Liquida

Visto il 01/12/2017 | Nuovo Teatro Ariberto, Milano

Undicesimo comandamento: uccidi chi non ti ama della compagnia Opera Liquida è il racconto della ferocia di uomini che si scagliano contro le donne che dicono di amare, della violenza che si fa reale sotto gli occhi di bambini innocenti e dell’indifferenza della società.
In scena vediamo detenuti ed ex detenuti della Casa di Reclusione Milano Opera che, assieme all’attrice Maria Chiara Signorini, da un anno e mezzo circa lavorano al testo di questo spettacolo, tratto dall’omonimo romanzo di Elena Mearini, e che hanno arricchito con il loro punto di vista i temi trattati conferendo un peso maggiore al contenuto della rappresentazione. Il gruppo si muove all’unisono creando coreografie corali che, assieme alle parole, costruiscono una rappresentazione forte e al tempo stesso delicata, che vuole essere denuncia, ma non vuole giudicare le vittime. Tutti, a turno, impersonano la vittima e il carnefice, a dimostrazione che non esiste distinzione di genere davanti alla violenza. Una sorta di gomitolo rosso, che viene preso e passato di mano in mano, fa da fil rouge, da legame tra le storie raccontate.
Al racconto per immagini, fatto di contatto fisico e interazione tra gli attori –  ora divisi a coppie, ora testa contro testa o abbracciati – si
contrappongono richieste di aiuto, di sostegno, parole che raccontano la violenza di chi la subisce e di chi è costretto a guardarla: “la bocca si allena a gridare AIUTO, ma è troppo grande il dolore. A volte, per farsi coraggio e avere meno paura, ci si racconta, soprattutto in situazioni come queste, che non si ha bisogno di nessuno. Sbagliato.”
Opera Liquida realizza uno spettacolo dove la partecipazione degli attori in scena è palpabile, dove le parole e i gesti sono sentiti e il gruppo è realmente affiatato. I loro sguardi trasmettono voglia di vivere, le loro espressioni autentiche gridano con forza e chiedono al pubblico di ascoltare il loro messaggio: fare sì che il domani di chi subisce violenza non sia un’ipotesi ma una certezza.