Fra le opere di Shakespeare, l’unica, almeno fra quelle che conosco, che stenta a tenere il passo dei tempi, è proprio La bisbetica domata. Per molto tempo è stata vista come un’opera allegra, piena di ironia e sarcasmo, tanto che stata utilizzata come fonte di ispirazione e traccia per altri lavori teatrali o cinematografici che ne hanno esaltato, nel tempo, sempre la chiave comica. Mi viene in mente Il Castigamatti di Svetoni che è diventato un classico del teatro comico vernacolare, ma non solo, essendo stato ripreso con successo altrove. Oggi, con la presa di coscienza, che esito a definire ancora collettiva, del problema della violenza sulle donne, sarebbe complicato sorridere di una vicenda che cerca risvolti comici nello stato di coercizione a cui è sottoposta una donna, colpevole di reclamare i propri diritti e la propria dignità e destinata, senza speranze, a essere “domata”. Shakespeare non può che essere riconoscente a questa messa in scena della Compagnia salentina Factory, vista ieri sera al Teatro Corsini, che ha saputo dare attualità e significato al testo, soprattutto nella parte conclusiva, in cui quella condizione femminile emerge in tutta la sua drammaticità. Molto gradevoli l’adattamento del testo e la recitazione, che mi hanno ricordato lo stile di una realizzazione di molti anni fa a Firenze della Serenata al vento di Carlo Veneziani, anch’egli, forse non casualmente, pugliese. Il testo, in molte parti in versi e rime, un po’ come quello di Veneziani, non era affatto facile da rappresentare, ma è risultato godibilissimo grazie a una recitazione molto dinamica, volutamente forzata e carica di eccessi e di effetti corali. Apprezzabile anche la scenografia, non essenziale come ormai siamo abituati a vedere. Il pubblico, me compreso, mi è parso molto soddisfatto: ulteriore conferma di un feeling ormai consolidato, e non solo nel teatro, fra Toscana e Salento.
Factory / Compagnia Transadriatica riadatta Shakespeare
Visto il 17/03/2018 | Teatro Comunale Corsini, Barberino di Mugello