Il teatro guarda il mondo con occhi diversi, abbatte i limiti, affronta il domani.
Con “Pentesilea”, spettacolo toccante, si chiude la terza edizione del Festival dello Spettatore.
Per noi tirocinanti è stata un’esperienza di crescita e di grande valore.
Dopo aver vissuto il festival in prima persona sono ancora più convinta che ció che voglio fare nella vita sia recitare e perseguiró il mio sogno fino in fondo.
Anche se non tutti nel gruppo decideremo di seguire questa strada, saremo segnati dal teatro che ci aiuterà durante la vita.
Infine ringrazio il Festival dello Spettatore per l’opportunità che ci è stata concessa.
Sabato: la giornata più rilevante del festival. Al mattino il teatro Pietro Aretino è stato popolato dalle quattro classi degli allievi del liceo teatrale, i loro docenti e gli spettatori per la visione degli estratti di due spettacoli, seguita dalla votazione motivata individuale per la scelta di uno dei tanti eventi da inserire nell’edizione 2019 del festival.
Il primo estratto, “Sul vedere”, è una forma di teatro-danza dove la maschera, protagonista, evoca il limite fra le diverse personalità che abbiamo che, se frenate, emergono in modo più forte.
Il secondo estratto:“Alle porte” esplora la realtà virtuale che l’essere umano crea, che bussa alla porta e lo attrae.
Nel primo pomeriggio “La gran reunion #3” ha radunato spettatori da tutta Italia concludendosi col flash mob “La città in un palmo di mano, il teatro in punta di dita” al quale hanno preso parte molti cittadini tra cui noi tirocinanti. Una magnifica esperienza che ci ha insegnato molto nel divertimento.
La serata si è conclusa con “Macbettu”, un’ interpretazione potente del dramma Shakespeariano presso l’importante teatro Petrarca. I bravissimi attori mi hanno smossa dentro e ho pensato: “questo puó farlo solo il teatro”.
In questo luogo ciascuno di noi ha avuto dei ruoli: biglietteria, guardaroba, accoglienza in sala e allestimento palchetti. Queste mansioni ci hanno gratificato dandoci un accenno di importanza.
Continuano i giorni di fatica, impegno ma soprattutto divertimento e arricchimento nel pieno del Festival dello spettatore.
La parola che voglio usare oggi è MOVIMENTO. Finché c’è movimento c’è vita e la vita non puó essere priva di movimenti che si parli di attività fisica o movimento inteso come cambiamento.
Qual è la forma di comunicazione che più si esprime attraverso il movimento? La danza.
È su questa arte che si è incentrato il terzo giorno del Festival.
In “Passenger, il coraggio di stare” ho colto i quattro elementi della natura: fuoco, aria, acqua e terra come coesi da un’unica forza.
Sono stata colpita particolarmente dall’esibizione di teatro interattivo di e con Marco Chenevier, artista che ha spaziato dal comico alla pura poesia con la sua danza. Mi ha colpita particolarmente la sua capacità di improvvisare che, secondo me, è indice di grande consapevolezza di sé e preparazione.
L’attore/danzatore è inoltre stato capace di rapire lo sguardo del pubblico, cosa assai complessa nel mondo di oggi, in cui risulta difficile concepire una danza che non sia quella accademica.
Personalmente mi ha rapita la sua leggerezza non solo nei movimenti, ma anche nell’interazione che ha stabilito con il pubblico e le persone scelte per far parte della performance.
Mi sento dunque di ringraziare i visionari che si sono occupati della selezione degli spettacoli e senz’altro tutti gli organizzatori e partecipanti al Festival.
Alle ore 9 del secondo giorno del Festival dello spettatore eravamo tutti operativi nell’attaccare segnaletiche indicanti l’università di Arezzo per la giornata degli studi. Giornata intensa, carica di racconti di persone che vivono il teatro attraverso vari linguaggi artistici. Artisti che perseguono la loro passione con percorsi diversi ma che condividono lo stesso obbiettivo: incidere sulla collettività attraverso le loro pratiche.
Ció che porta a fare teatro è motivato dal bisogno di dare corpo e voce alla propria visione del mondo che da personale diventa universale.
CasermArcheologica, il luogo magico di Sansepolcro raccoglie varie opere: dalle sculture alle installazioni, a diari autobiografici e disegni che confermano che L’ARTE RACCONTA IL MONDO.
Infine il momento più toccante del nostro viaggio a Sansepolcro è stato scoprire la poesia di Chiara Bersani che nella delicatezza dei suoi movimenti ci ha regalato l’intensità dell’ultima emozione.

Già dal primo giorno del Festival dello spettatore noi ragazzi della 3E del liceo Vittoria Colonna abbiamo preso lo spirito della scuola lavoro cimentandoci nell’organizzazione e visione al cinema Eden di “L’amica geniale”, una serie tv diretta da Saverio Costanzo che parla di povertà, la quale implica gli studi di due brillanti bambine, l’una motivata dall’altra. Siamo in una realtà dove il padre è padrone di famiglia e applica la sua violenza sulla figlia ribelle Lila e addirittura la butta fuori dalla finestra, ma quando questo accade Lila dice “Non mi ha fatto niente “ e spinta ancor di più ad andare oltre non si fa intimorire,anzi proprio perché vuole uscire da questa situazione di miseria e perché sa del suo valore, con la sua determinazione inizia a scrivere un libro.

Questa serie TV ci fa riflettere sulla miseria del mondo ed è una richiesta di dignità da parte di tutte le ragazze a cui è negato il diritto di studiare. Ciascuno di noi è padre della proprio vita e dobbiamo seguire le nostre vocazione senza farci fermare da niente e nessuno, combattendo i nostri mostri. Tutto ció che tutti noi vogliamo è essere felici e Lila sa che sarà felice dando corpo al proprio sentire.

Questo è un film di denuncia e il teatro può fare questo: una denuncia universale.

Noi che abbiamo scelto l’indirizzo teatrale con la visione di spettacoli possiamo capire meglio che grazie all’arte si puó parlare al mondo di tutte le questioni culturali e questo è reso possibile anche grazie al Festival dello spettatore.

Partecipazione degli Spettatori Erranti all’esito del Laboratorio “Il rischio della scena”

tenutosi a Bucine il 21 ottobre 2017.

LO SPETT-ATTORE

Sedie e poltrone sono sparse sul palco a scena aperta. Lo spettacolo sta per iniziare: ma questa volta il nostro posto non sarà nelle file ordinate della platea, ma proprio là, su quelle sedute sparse sul palcoscenico. Un’attrice ci invita a salire su, con un semplice e silenzioso gesto della mano, e noi accogliamo l’invito, saliamo e ci accomodiamo. Non sappiamo niente di quello che accadrà, ma non importa: ci fidiamo.

Lo spettacolo inizia, e noi siamo lì, in quell’insolito punto di vista che ci permette un nuovo sguardo e un profondo coinvolgimento. Gli attori e i danzatori si muovono intorno a noi, si avvicinano, ci sfiorano, ci guardano, sentiamo l’aria che si sposta al loro passaggio, sentiamo il loro respiro, la tensione dei muscoli, il vibrare della voce: è un’immersione totale.

E allora le barriere cadono, i limiti si infrangono, e non ci sentiamo più semplici spettatori.

Lo spettacolo è un inno alla bellezza in tutte le sue forme, è un’ode all’incontro e a ciò che di bello possiamo trarne se riusciamo a fidarci: gli stessi partecipanti al laboratorio hanno storie di vita e di formazione molto diverse tra loro ed hanno accettato il “rischio” di lavorare insieme e di salire insieme sullo stesso palco; ed anche a noi Spettatori Erranti è stato concesso il privilegio di condividere un pezzetto di quell’incontro.

Ci siamo fidati, e ne è valsa veramente la pena. Grazie!

Tiziana Rinaldi

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La stagione teatrale 2017 degli Spettatori Erranti è iniziata al Teatro Comunale di Bucine dove gli Spettatori hanno preso parte ad una performance di teatro sociale che 4 attori professionisti e 4 ragazzi speciali hanno creato in una settimana di intenso lavoro.
La performance era incentrata sul valore dei suoni e dei movimenti e gli Spettatori Erranti hanno avuto l’opportunità di prendere parte alla performance in maniera diretta, infatti in 7 anni di Spettatori Erranti è stata la prima volta che gli spettatori sono saliti sul palco dove hanno preso posto in apposite poltroncine disposte a mò di salotto anche e soprattutto per distruggere in qualche modo quello schermo che si crea tra attore e spettatore, gli spettatori hanno quindi visto lo spettacolo da un punto di vista diverso da quello classico entrando in un “mondo di mezzo” dove la persona non è né attore né spettatore ma “intermediario” tra i due ruoli canonici, un intermediario che guarda con gli occhi di uno spettatore ma che si sente parte dei movimenti, dei suoni,delle senzazioni e dei fremiti del palco scenico. Dopo la performance si è aperto un dibattito tra attori, intermediari e pubblico e l’attenzione è finita non solo sull’importanza del teatro sociale in un periodo storico-teatrale come quello attuale ma l’attenzione è andata anche sul lavoro e sui significati che gli attori volevano far arrivare tramite i movimenti e tramite il testo che era, tra l’altro, composto di tante storie e gli attori hanno spiegato che la settimana passata nel comune Aretino è servita molto per apprendere varie storie e vicende della gente del luogo (le quali si sono impegnate in prima persona a rispondere a tutti i bisogni degli attori, da un letto su cui dormire ad una più banale colazione) e inserirle nello spettacolo.

Report giornata di Studi “Partecipazione è cittadinanza” e Reunion degli Spettatori. Analisi, riflessioni, criticità intorno all’audience development

Scarica qui il Report del Festival dello Spettatore 2016

Appunti per un MANIFESTO DELLO SPETTATORE RIVOLUZIONARIO di Niccolò 16 Anni, ovvero impressioni al ritorno dal Trasparenze > Festival e Residenze Teatrali (le parole di Niccolò sono poi diventate il testo del video ufficiale di Trasparenze): “Cosa è stato per me il Trasparenze Festival? Molte cose,cose che mi hanno dato poche risposte e molte domande non solo per quello che amo fare (recitare) ma anche per il mio futuro e per quello del teatro.
Forse è un pó troppo ma sono abituato a farmi film mentali su quello che sarà e sono abituato a sognare.
Il festival è bellissimo perché è composto da persone bellissime che credono in quello che fanno: i professionisti come Giulio Sonno che ha fatto della critica un modo di pensare e di vedere il mondo e gli stessi attori che con un movimento sono riusciti ad aprire gli occhi alla gente su argomenti forti, i ragazzi de La Konsulta che a 20 anni si sono presi il compito di avvicinare i ragazzi al teatro e che hanno preso in mano per una settimana le redini della periferia e del centro di Modena.
L’ambiente che hanno saputo costruire nel parco mostra come è il teatro per loro…strano, creativo, libero, senza limiti di domande e senza pregiudizi.
Ho sempre avuto l’idea di un teatro moderno e non del solito teatro formato da 4 atti da 2 ore ognuno scritto in italiano dell 800…il teatro ha bisogno di essere creato…e ciò si può fare tramite gli spettatori che devono fare del teatro uno stile di vita per capire il perché ci sono dei problemi nel mondo e come risolverli…Non credo che sia un immagine troppo utopistica…il teatro è la forma più forte e diretta di comunicazione personale e sociale che ha il potere di cambiare le cose smuovendo gli animi delle persone.
I cantieri (progetto di compagnie in residenza n.d.r.) sono un’idea bellissima dove capire il perché di alcune scelte fatte dagli attori, i laboratori sono stati utilissimi e mi hanno regalato degli strumenti di lettura, la cena sotto quel tendone e la musica rilassante,lo spettacolo della sera…bello quanto forte…poi la notte di divertimento (20 minuti prima di collassare per il sonno) …il giorno dopo in centro è stata una delle cose che mi è piaciuta di più…ha colpito in pieno la mia idea di teatro, io penso che non bisogna più chiudersi in teatri polverosi ma portare il teatro nelle strade, tra la gente. Il dibattito del pomeriggio è stato bello e più o meno ho ritrovato in molti degli interventi la mia idea di teatro…..riformare il teatro, rivoluzionare il teatro perché oggi come oggi non interessa più…è il momento delle cose concrete.
Lo spettacolo del pomeriggio è stato stupendo sia per il messaggio che per la recitazione proprio…
In conclusione i due giorni mi hanno portato a sognare una piccola Konsulta versione aretina per sensibilizzare i giovani che, sempre più, non guardano il teatro e non perché non gli piaccia ma perché non lo conoscono; questa cosa l’ ho riscontrata con i miei compagni di classe…non avevano scelto il corso teatrale ma oggi molti se ne sono innamorati e questo perché il teatro è bellissimo se lo conosci ma ti intimorisce se non lo conosci.
Mi sono prefissato dei punti
1- attrarre i giovani creando delle performance nel centro storico
2- trovati i giovani, sensibilizzarli attraverso gli spettacoli del festival dello spettatore
3- aprire dibattiti tra di noi partendo da delle domande, come quello che facemmo l’anno scorso al festival dello spettatore
4- rivoluzionare il teatro amandolo e capendolo

Una domanda che mi sorge è…questa rivoluzione entrerà nel libro di storia del teatro? La storia ha bisogno di tempo…quindi dovrei lavorare tutta la vita per i miei obiettivi (cosa che accetterei da subito senza ripensamenti) ma la verità è che ho paura…sai quando arriva quella persona che ti chiede “e nella vita che vuoi fare?”, io ho paura di rispondere “l’attore” o peggio ancora “l’attore rivoluzionatore del teatro tramite gli altri che come me amano il teatro”…dovrei credere di più in me stesso e i ragazzi della konsulta sono riusciti, in un qualche senso, a farmi credere di più nel mio sogno anche se ancora devo capire come raggiungere il mio sogno. Intanto posso partire dalla piccola Konsulta aretina……ho gia troppe idee nella testa sia per le rappresentazioni in centro e per i dibattiti…sono carico e ho voglia di fare ma purtroppo devo aspettare. Niccolò

GUARDA IL VIDEO: https://youtu.be/RGseW_PY8Ys

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In occasione della quarta edizione di “Brainstorm” evento cittadino a Castiglion Fiorentino, dedicato quest’anno allo spettatore, torna

LA FESTA DEGLI SPETTATORI ERRANTI
Spettacolo itinerante tra gli spazi del Teatro Mario Spina.
Con gli artisti: Sara Bonci e Ciro Gallorano (Cantiere Artaud), In Itinere, Laboratori Permanenti, Orchestra Multietnica di Arezzo, Sara Venuti

Il pubblico sarà condotto tra gli ambienti del Teatro. In ogni spazio, in maniera inconsueta, scoprirà una performance tra teatro e musica.

APPUNTAMENTO PER TUTTO IL PUBBLICO: ORE 17.30 AL TEATRO MARIO SPINA (accessi disponibili sia da Via Trieste che dal Corso)